Gli aspetti psicologici della chirurgia estetica
Chirurgia plastica: gli aspetti psicologici.
Gli aspetti psicologici: ciascuno di noi ha una propria immagine corporea, una percezione del proprio aspetto e di come si presenta agli altri. Le persone che hanno di sé un’immagine corporea positiva tendono a sentirsi più sicure di sé nelle relazioni con gli altri e in tutte le attività sociali e si sentono a proprio agio in qualunque rapporto.
Per chi invece non è soddisfatto del proprio aspetto o di parti di esso, le interazioni con gli altri sono spesso un po’ più complicate. La chirurgia estetica stimola e promuove un’immagine forte e positiva di se stessi perché i piccoli miglioramenti esteriori possono trasformarsi in grandi cambiamenti interiori che restituiscono alle persone una rinnovata fiducia in se stesse e, non di rado, una nuova gioia di vivere.
Ricordando che la chirurgia estetica induce cambiamenti spesso permanenti e talvolta importanti, è essenziale avere le idee chiare riguardo ai benefici che ci si aspetta dall’intervento, sia sotto il profilo fisico sia sotto quello psicologico.
Prima ancora di consultare il chirurgo, il paziente dovrà riflettere sulla propria condizione attuale e sulle sue aspettative. Di seguito riportiamo alcune considerazioni che ci sembrano importanti per sottolineare gli aspetti psicologici della chirurgia estetica che è una “chirurgia dell’anima”, molto più spesso di quanto si pensi.
E pur non pretendendo di rispondere a tutte le domande, perché ci saranno sempre elementi soggettivi che andranno considerati per ogni singolo paziente, ci impegniamo fin da ora a chiarire tutti i dubbi che questo testo non può esaurire.
Il candidato ideale per la chirurgia estetica
Se state pensando di sottoporvi a un intervento di chirurgia estetica, siate sinceri con voi stessi. Perché desiderate operarvi? Quali sono gli obiettivi che vorreste raggiungere, quali sono le vostre aspettative riguardo ai risultati? Per la chirurgia estetica, esistono a grandi linee due tipi di “buoni” candidati:
- del primo gruppo fanno parte le persone con un’autostima salda ma infastidite da alcuni aspetti fisici che desiderano correggere o migliorare. Dopo l’intervento, questi pazienti sono soddisfatti del risultato che non fa altro che rinforzare l’immagine positiva che avevano già di se stessi.
- del secondo gruppo fanno parte pazienti con difetti fisici più o meno importanti che nel tempo hanno diminuito la loro autostima. Questi pazienti fanno più fatica ad adattarsi ai risultati post-operatori e, il recupero di un’immagine corporea positiva, è un processo un po’ più lungo. Tuttavia anche in questo caso, dopo un periodo di adattamento, l’immagine di sé risulta fortificata dall’esperienza chirurgica.
La chirurgia estetica non si insisterà mai abbastanza su questo fatto – è in grado di promuovere un benessere non solo fisico ma anche psicologico.
Chi invece l’affronta nella speranza di indurre un cambiamento in un’altra persona, rischia grandi delusioni; gli amici e le persone care potranno rispondere positivamente al cambiamento ma questo riguarderà sempre e in primo luogo la persona stessa e solo secondariamente gli altri.
Per molti, ma non per tutti
Non tutti presentano il profilo psicologico ideale per affrontare un intervento di chirurgia estetica così come non esistono indicazioni fisiche assolute per una procedura o per l’altra.
L’esperienza del chirurgo lo aiuterà a identificare i pazienti problematici fin dal primo incontro e in alcune situazioni, egli potrà rifiutarsi di intervenire. Talvolta può essere importante che il paziente si sottoponga a una valutazione psicologica che lo aiuti a scoprire le sue vere motivazioni, delle quali non sempre si è consapevoli.
Questa indicazione, che a prima vista può sembrare superflua, è invece utilissima per prevenire interventi “inutili” e inevitabili frustrazioni post-operatorie.
Con le debite eccezioni, è possibile tracciare un breve ritratto dei pazienti che non dovrebbero operarsi:
persone in crisi, per esempio sull’orlo di un divorzio, dopo la perdita di un congiunto o del posto di lavoro. Questi individui potrebbero infatti mirare a obiettivi diversi dal miglioramento dell’aspetto fisico e che perciò, eccedono quelli ottenibili con un intervento di chirurgia plastica.
Fanno parte di questo gruppo pazienti che hanno aspettative fantasiose, quelli che vogliono assomigliare a qualcun altro per uno o più dettagli del proprio aspetto, che desiderano acquistare “lo stile” o l’identità di un’altra persona, per esempio un divo o una diva dello spettacolo o dello sport; persone che cercano di recuperare condizioni fisiche perfette dopo un incidente grave, o che rincorrono l’aspetto che avevano decenni prima; gli eterni insoddisfatti, quelli che consultano un chirurgo dopo l’altro alla ricerca affannosa di una risposta che non avranno mai.
In genere questi individui cercano dalla chirurgia estetica soluzioni che questa non è in grado di fornire e cercano di risolvere, agendo sul corpo, problemi che con il fisico hanno poco o niente a che vedere. Sono inadatte alla chirurgia estetica anche le persone ossessionate da un difetto minimo o irrilevante, che proiettano sulla sua correzione la soluzione di tutti i loro problemi; e infine, i soggetti con squilibri mentali, con comportamenti depressivi o paranoici.
La prima visita
Durante il consulto iniziale, il chirurgo vi chiederà di indicare le imperfezioni che vorreste correggere e i risultati che vorreste ottenere. La sincerità è d’obbligo. Esprimete liberamente desideri e perplessità, incertezze, dubbi, fate tutte le domande del caso.
Vi sarà chiesto da quanto tempo avete questo desiderio di cambiare qualcosa del vostro aspetto e la motivazione che vi ha spinto a ciò. Alla fine dell’incontro si dovrà avere la sensazione di essere stati capiti e si sarà sviluppata, nei confronti del chirurgo, una tranquilla fiducia.
Non insistete sulla correzione di un difetto funzionale (per esempio una cattiva respirazione) se il vostro obiettivo è soprattutto estetico (avere un naso più carino).
La scelta del momento ideale
Un intervento chirurgico provoca sempre un po’ di stress e può interferire con il ritmo delle attività quotidiane. Perciò la scelta del periodo durante il quale sottoporsi all’operazione dovrà idealmente ricadere su momenti nei quali non si è troppo provati fisicamente o emotivamente.
La sincerità, ancora una volta, aiuta a scegliere con il chirurgo il periodo “giusto”, dopo aver considerato insieme i vari aspetti degli impegni personali e professionali del paziente.
Abituarsi al cambiamento
L’abitudine al proprio nuovo aspetto non è immediata, soprattutto se i cambiamenti sono stati intensi; anche se desiderate, queste alterazioni richiedono un certo adattamento – un periodo di tempo durante il quale si riformula una nuova immagine di sé.
Le procedure di chirurgia estetica possono cambiare l’aspetto in misura più o meno percettibile ed è possibile che per qualche giorno o settimana l’immagine riflessa dallo specchio non sia molto familiare…
La depressione post-operatoria
Immediatamente dopo un intervento di chirurgia estetica, alcuni pazienti provano una transitoria sensazione di perdita o di tristezza. Questa condizione temporanea può trasformarsi in una depressione post-operatoria, peraltro molto rara.
La malinconia si manifesta spesso a partire dal terzo giorno successivo all’intervento quando il paziente ha ripreso almeno in parte le sue normali attività, il risultato definitivo è ancora lontano e l’immagine riflessa dallo specchio è alterata da gonfiori o piccole ecchimosi.
Questo stato psicologico può durare per qualche giorno o per qualche settimana in funzione delle condizioni psicologiche di base del paziente. In genere il contatto con il chirurgo nel post-operatorio allevia questa fase di tristezza e impedisce l’aggravarsi della condizione. Inoltre, le piccole passeggiate all’aperto e soprattutto la vicinanza delle persone care, contribuiscono a risolvere il problema più rapidamente.
Il supporto degli altri
Nel periodo post-operatorio la vicinanza emotiva delle persone care, parenti o amici, è molto importante. Durante i primi giorni o le prime settimane, in funzione dell’entità dell’operazione, è facile sentirsi ansiosi e preoccupati e una buona compagnia è davvero di grande aiuto. State alla larga invece dalle persone negative, ipercritiche e da quelle che non tollerano la vista dei punti, ecc.
Come far fronte alle critiche
Più l’intervento è visibile e radicale, più è facile ricevere commenti del tipo “ti preferivo prima”, oppure “non avevi bisogno di operarti”.
Le motivazioni di questo tipo di critiche sono le più diverse e spesso sono inconsce; ciò non toglie che possono aggiungere alla convalescenza uno stress ulteriore e del tutto inutile. Non aspettatevi complimenti – in genere le persone sono più generose con le critiche che con le buone parole – non affannatevi a difendere la vostra scelta di operarvi, ricordate che subito dopo l’operazione i risultati che vedete non sono quelli definitivi e che i commenti negativi che vi vengono rivolti riguardano un aspetto transitorio, destinato inevitabilmente a migliorare.
Abbiate pazienza, ricordate che vi siete operati per fare del bene a voi stessi e non per compiacere o sorprendere gli altri, cercate aiuto e conforto nelle persone che vi vogliono bene e che vi sono emotivamente vicine.
Restate concentrati sui vostri obiettivi, richiamate alla memoria le ragioni che vi hanno portato a questa scelta e non dimenticate, che almeno in questo frangente, il tempo lavora a vostro favore.