Il trattamento dell’iperidrosi ascellare in medicina estetica
Si tratta di una eccessiva sudorazione causata da una iperfunzione delle ghiandole deputate alla produzione di sudore.
Bromidrosi è invece un termine con cui si definisce il cattivo odore che assume la pelle a causa dei processi di decomposizione del sudore ad opera di enzimi batterici. L’iperidrosi colpisce una percentuale molto alta di persone, uomini e donne, e può avere origini diverse: costituzionali, psicologiche, emotive, ecc.
A volte può essere un sintomo di un’altra malattia già nota, come ad esempio l’ipertiroidismo, o, più raramente, di un’affezione del sistema nervoso centrale, o di una condizione come l’obesità o la menopausa (iperidrosi secondaria).
L’iperidrosi può essere generalizzata, quando colpisce tutto il corpo, o localizzata, quando si limita solo ad alcune particolari zone (ascelle, mani, piedi). Quando ad essere colpite sono parti del corpo come il palmo delle mani e la pianta del piede, l’iperidrosi ha generalmente un’origine psicologica. Si parla in questo caso di iperidrosi primaria. Chi ne è colpito suda abbondantemente durante tutto l’anno, anche a basse temperature.
Nei rapporti interpersonali l’iperidrosi rappresenta un vero e proprio problema; soprattutto quando colpisce le ascelle. Può essere anche causa di imbarazzo nella vita professionale.
Le aree colpite sono predisposte all’insorgenza di infiammazioni o macerazioni cutanee; i vestiti vengono macchiati e danneggiati permanentemente da aloni o macchie indelebili. Ma anche al di là dei casi di iperidrosi vera, sono sempre di più le persone che sudano normalmente (cioè “quando fa caldo”), e che scelgono di inattivare per il periodo estivo la sudorazione ascellare, per la semplice comodità di sentirsi asciutte, fresche e presentabili anche in condizioni di caldo-umido intenso.
Come trattarla?
La cura è praticamente indolore se eseguita a livello delle ascelle, dove può essere applicata, qualche minuto prima, una specifica crema anestetizzante. A livello palmare o plantare invece deve essere fatta un’anestesia locale, data la particolare sensibilità de queste aree. Viene poi praticata una serie di piccole, brevissime iniezioni di tossina botulinica opportunamente diluita, su tutta la superficie da trattare.
I benefici compaiono dai 2 a 5 giorni dall’inizio della terapia, e persistono per un periodo variabile dai 4 ai 12 mesi. I risultati migliori si ottengono nei casi di iperidrosi ascellare: viene riportata nella letteratura medica specifica un drastico miglioramento in più del 95% dei casi trattati, fino alla totale scomparsa della sudorazione.
Nella iperidrosi palmare o plantare i risultati sono meno soddisfacenti, con un 30% circa dei pazienti che non risponde al trattamento e con una durata degli effetti intorno ai 4 mesi. Per questo viene proposto solo per alleviare i sintomi durante il periodo estivo. A livello ascellare non sono descritti effetti collaterali. Per le mani, può raramente manifestarsi un temporaneo indebolimento delle dita, che persiste al massimo per due settimane.
Alternative
Nella minoranza dei casi di chi non vuole sottoporsi alle iniezioni periodicamente, l’alternativa può essere solo chirurgica. La prima scelta per il trattamento dell’iperirosi sia ascellare che al palmo delle mani è un intervento chirurgico conosciuto con il nome di “simpatectomia endoscopica toracica”. Si tratta di un delicato intervento di una certa invasività, eseguibile anche in Day Hospital. È una tecnica endoscopica e non priva di possibili complicazioni anche se eseguita da un chirurgo esperto e per questo è poco diffusa e praticata. Questo tipo di procedura porta alla cura definitiva del disturbo in circa il 90% dei pazienti trattati, lasciando soltanto una piccola cicatrice nell’ascella.
Altro intervento chirurgico è la distruzione delle ghiandole sudoripare mediante l’introduzione sotto la cute dell’ascella di una sottile fibra laser (laserlipolisi) o di una sonda ad ultrasuoni ad alta potenza.
Ambedue gli interventi, molto simili concettualmente, vengono effettuati in anestesia locale più sedazione, in day hospital, residua una minuscola cicatrice nel cavo ascellare e nel giro di uno o due giorni si riprende l’attività. Dopo un primo periodo di assoluta anidrosi (non sudorazione) la situazione si stabilizza in circa tre mesi ed i risultati non sono sempre sicuri, ma positivi solo con una percentuale del 70-80 %.
Data quindi una certa percentuale di non garantibilità circa l’efficacia dei trattamenti, la maggior parte dei pazienti opta per il trattamento medico con Botox.
TERAPIA MEDICA DELL’IPERIDROSI ASCELLARE
L’unica terapia medica efficace, anche se con risultati temporanei (8-9 mesi di media), viene da anni praticata utilizzando la tossina botulinica, meglio conosciuto con uno dei nomi commerciali (Botox). E’ la stessa sostanza che si usa per attenuare le rughe frontali e quelle intorno agli occhi, e che qui invece inibisce la produzione di sudore da parte delle ghiandole apocrine.
La metodica prevede microiniezioni di Botox, praticate “a scacchiera” a circa 1,5 cm l’una dall’altra, tramite un sottilissimo ago nella cute della regione ascellare. Il trattamento può essere preceduto o meno dall’applicazione di una pomata anestetica, é eseguito ambulatorialmente e richiede dai 20 ai 30 minuti per le due ascelle.
Il paziente riprende immediatamente le normali attività e dopo 3-4 giorni potrà apprezzare il beneficio della scomparsa della sudorazione. L’unico inconveniente é ripetere il trattamento dopo 8-9 mesi se si desidera continuare a non sudare.
- Trattamento indicato per l’eccessiva sudorazione ascellare, ambulatoriale con immediata ripresa di qualsiasi attività, senza convalescenza.
- Risultato: scomparsa della sudorazione ascellare al 100%, già dopo 2-3 giorni
- Durata nel tempo dell’effetto dai 6 ai 12 mesi.
- Il trattamento è ripetibile alla ricomparsa della sudorazione
- Non esistono controindicazioni